Iaia viveva triste e sola in un paesino vicino una grande città.
Ogni giorno si svegliava presto, andava al lavoro e la sera tornava a casa, preparava la cena, mangiava e andava a letto e l’indomani iniziava un’altra giornata.
I giorni trascorrevano monotoni, uno uguale all’altro, senza emozioni e senza divertimento.
Finché una notte Iaia fece un sogno… Sognò di correre felice, di ridere e scherzare. Accanto a lei c’era un batuffolo peloso a quattro zampe, così buffo e carino… Zampette corte e una barbona grande ad incorniciare la faccetta simpatica e vispa. Sognò di rotolarsi nell’erba e di correre con lui, di giocare con la palla e di saltellare seguendo il volo di una farfalla.
Si svegliò la mattina seguente con in mente quel musetto, un sorriso si disegnò sul suo viso e una sensazione di felicità la invase tutta.
Il pensiero di quel pelosetto la accompagnò per diversi giorni, non riusciva a toglierselo dalla mente.
Ogni volta che si sentiva sola, davanti agli occhi compariva quel musetto e tutta la tristezza veniva spazzata via in un attimo, come un soffio di vento che spazza via una foglia secca.
Ma il tempo trascorreva senza che lei riuscisse a capire a chi appartenesse quel musetto che tanto la faceva star bene.
Continuò a sognarlo, sempre più spesso. Ormai andava a trovarla tutte le notti e lei non vedeva l’ora di addormentarsi per iniziare a giocare con il suo nuovo amico misterioso.
Finché una sera, mentre camminava verso la stazione dei treni per tornare a casa, dopo una giornata di lavoro, lo vide… Zampette corte, testa alta, coda dritta e quei baffoni… Una grande barbona da incorniciare un viso vispo e allegro. Si era proprio quel musetto che tanto aveva sognato e tanto aveva immaginato!
Non riusciva a credere a quel che vedeva. Era lì, il pelosetto dei suoi sogni trotterellava davanti ai suoi occhi accanto ad un signore alto e ben vestito. Il suo modo di camminare così simpatico e il portamento così fiero esprimevano tanta l’allegria e facevano di lui un piccolo principino che sfilava su un tappeto rosso.
Iaia si mise a correre verso di loro, doveva assolutamente raggiungerli.
Con il fiatone, un po’ per l’emozione e un po’ per la corsa, riuscì ad avvicinarsi al signore distinto e appena abbassò lo sguardo il suo cuore si gonfiò e si riempì di gioia.
Due occhioni marroni la fissarono e la coda scodinzolò da una parte all’altra. Era il cagnolino più bello e buffo che lei avesse mai visto. Ad incorniciare quegli occhioni penetranti, un pelo brizzolato che gli dava un’espressione da piccolo vecchietto. Le zampette corte e il corpo lungo lungo, facevano di lui un trenino di simpatia che correva con eleganza e fierezza accanto al suo padrone.
Si abbassò lentamente per accarezzarlo e lui si lasciò avvicinare senza timore continuando a muovere festoso la coda.
Era lui, era proprio lui che aveva giocato con lei in tutte quelle notti. Era lui che le aveva fatto compagnia quando si era sentita sola. Era lui che le aveva restituito il sorriso.
Laia iniziò ad inondare quel signore così gentile di domande e lui le raccontò tante cose su quel cagnolino, era un bassotto tedesco a pelo duro!
Da quella sera Iaia non riuscì più a togliersi dalla mente il pensiero di quel bassotto. Sapeva che aveva bisogno di lui, sapeva che doveva entrare nella sua vita, sapeva che la sua vita doveva avere lui al suo fianco.
Il giorno successivo decise di mettersi alla ricerca di quello che sarebbe diventato il suo piccolo cucciolo.
Cercò per giorni. Iniziò a conosce ed imparare più cose possibili sui bassotti. Chiedeva informazioni, leggeva libri, articoli e cercava possibili cucciolate da andare a visitare.
Scoprì che il bassotto è cane da caccia, molto testardo e vivace ma anche socievole e fiero. Tanto piccolo fuori ma tanto grande dentro.
Cercando cercando si imbatté in un allevamento non troppo lontano da dove abitava, un posto magico, immerso nel verde, con un laghetto e tanti alberi ad incorniciare quel mondo fatato, un grande salice piangente e un grande gelso a far ombra con le loro chiome, ma soprattutto tanti tanti bassotti a scorrazzare in giro, a giocare allegri, a riempire l’aria con le loro voci gioiose e una signora dolcissima e paziente a badare a tutti loro.
Laia lo sentiva, era il posto giusto…
Venne presto a sapere che da lì a pochi giorni sarebbe nata una cucciolata da un bassotto color cinghiale e una bassottina color cioccolato, entrambi bellissimi bassotti nani a pelo duro. Un’ondata di gioia investì Iaia, non le sembrava vero che da lì a poco un piccolo batuffolino sarebbe entrato nella sua vita.
Da quel momento fu una grande attesa, Iaia non smetteva un attimo di pensare a quel piccoletto che stava per nascere. Lavorava ma il suo pensiero correva sempre a lui, tornava a casa ed era tutto un fermento di preparativi. Tante emozioni si concentrarono in lei e tante cose doveva ancora organizzare per accogliere il piccolo nella sua nuova casetta.
Bisognava pianificare tutto per il suo arrivo: un comodo lettino, una ciotola adatta a lui e poi giochi, guinzaglio, copertina, pappa!!! Ma… Non aveva ancora pensato alla cosa più importante… Il nome! Come avrebbe chiamato Iaia il suo bassottino testone? Questo era un gran dilemma. Bisognava trovare il nome più adatto: Otto? Orazio? Filippo? Armando? Non riusciva a trovare il nome giusto.
Poi, una mattina di fine Agosto il telefono di Iaia squillò… Erano nati!!! I cuccioli erano nati! Un maschietto e tre femminucce. Un maschietto… Iaia non riusciva a crederci, tutto stava diventando realtà.
Il suo piccolo era arrivato e non aspettava altro che incontrarla per la prima volta. Dovette aspettare qualche settimana prima di poter andare da lui, un tempo che le sembrò infinito. I giorni trascorsero lenti lenti. Iaia cercava di ingannare l’attesa sistemando casa per accogliere il cucciolo. E poi finalmente il momento arrivò.
Laia era talmente emozionata e felice, il suo sogno stava diventando realtà. La lunga attesa era finita.
Si fermò davanti al cancello nero che la divideva dal suo piccolo con il cuore che le batteva forte. Il cancello si aprì e davanti ai suoi occhi si presentò uno spettacolo di colori, un posto incantevole e fatato. Tanti nanetti bassotti le corsero incontro festanti e la accompagnarono lungo il viale alberato. Tanti piccoli musetti barbuti, con i loro abbai gioiosi le diedero il benvenuto.
Iaia scese dalla macchina e si diresse in una piccola casetta deliziosa, il posto perfetto per ospitare i piccoli cuccioletti.
Fu allora che lo vide…Raggomitolato tra le zampette delle sua mammina c’era un batuffolo salsicciotto, piccolo, tanto piccolo. Un cucciolo meraviglioso con uno sguardo dolcissimo.
I loro occhi si incrociarono e qualcosa di misterioso si creò tra loro. Lui la guardò come solo gli occhi di un cane possono fare, penetrando dentro e marchiando per non andare mai più via.
Laia lo prese a se, un brivido attraversò tutto il suo corpo, non aveva mai provato nulla di simile… Lo guardò ancora una volta e un nome si schiarì nella sua mente. Quello scricciolo si sarebbe chiamato Ferruccio! Si, Ferruccio! E Ferruccio sarebbe stato il suo bassotto!
Quel giorno non poté portarlo con se. Sapeva che lui aveva ancora bisogno di trascorrere del tempo con la sua famiglia prima di andare a vivere con lei, ma l’attesa non le pesò perché ormai erano legati l’uno all’altra e nulla avrebbe più potuto separarli.
Andò a trovarlo spesso delle settimane successive. Ferruccio cresceva, giocava e si divertiva in attesa che la sua Iaia andasse a prenderlo.
In attesa di iniziare la sua nuova vita con lei.